14 Lug, 2022

Affettività e sessualità: disagi, carenze e fragilità dei preadolescenti

CATEGORIA: PUBBLICAZIONI

Nel corso della primavera si è svolto presso la scuola media Tallone di Alpignano il percorso sui temi della affettività e sessualità dedicato alle classi terze dell’istituto. Il progetto ha coinvolto tutte le sezioni e si è articolato in quattro incontri della durata di 2 ore per ciascuna classe coinvolta. L’esigenza di questo progetto è nata dal bisogno, rilevato dai docenti e dalla dirigenza, di lavorare coi ragazzi sul tema delle emozioni e delle relazioni affettive. Sempre più spesso i ragazzi fanno fatica a riconoscere le emozioni che sperimentano, a dare loro un nome e in ultima analisi ad esprimerle. Molti sono i casi in cui il mondo emotivo pare espresso in maniera sregolata, eccessiva o, viceversa, del tutto negato e represso. Questa scarsa alfabetizzazione emotiva porta molti adolescenti ad esprimere disagio, fatiche della crescita e psicopatologie attraverso il canale somatico, con disturbi alimentari, attacchi d’ansia e di panico e varie altre forme di somatizzazioni che in tempi brevi si radicano nel corpo e tolgono possibilità di elaborazione emotiva attraverso la parola.

Il tema della affettività in adolescenza va di pari passo a quella di una sessualità che comincia a chiedere di esprimersi, con fantasie, linguaggi e dilemmi che si affacciano nella mente di ragazze e ragazzi alle prese con i cambiamenti repentini del corpo in crescita e di un’identità in evoluzione che deve rispondere a molte domande.

Il lavoro nelle classi ha evidenziato temi nuovi, fragilità e bisogni emergenti nei preadolescenti che si affacciano alla maturità sessuale senza spesso avere le corrette informazioni di base in merito all’educazione affettiva.

Scarsa educazione sessuale in famiglia

Questi ragazzi, come emerge dal confronto in classe, non trovano nella famiglia un’adeguata informazione in materia di contraccezione, di gravidanza, di malattie sessualmente trasmissibili, di identità di genere e orientamento sessuale.

Il tema della sessualità è trattato spesso in termini di chiacchiere “da bar”, per la platea maschile, e in termini di terrorismo da cronaca nera per le femmine. I maschi parlano con i padri attraverso brevi battute in stile cameratesco, come tra pari adulti. Le femmine vengono attenzionate, soprattutto dalle madri, agli aspetti più rischiosi della sessualità prendendo spunto da episodi presenti sui mezzi di informazione.

Le conseguenze di una educazione di questo genere si riverberano nelle testimonianze che ragazzi e ragazze riportano in classe: nozioni frammentate, spesso scorrette dal punto di vista scientifico, frutto di intuizioni o di fantasie, perché in qualche modo i figli mettono insieme un puzzle di informazioni sfaccettato, carente e spesso contraddittorio.

Esposizione precoce a contenuti pornografici

Un altro elemento di forte preoccupazione sta proprio in questo dato, sempre più evidente e tracciabile fin dalla prima media, classe in cui lavoriamo sull’educazione digitale e in cui già vengono condivisi con gli operatori contenuti riconducibili al tema. La possibilità di fruire, senza limiti di accesso, tempo e contenuto, di video pornografici costituisce un problema di dimensioni ancora troppo sottovalutate. L’immaginario che preadolescenti ancora immaturi cognitivamente e affettivamente si costruiscono, fruendo precocemente di immagini così forti, è irrealistico e dissonante non solo con la realtà dei fatti, ma con la loro capacità di percepirlo ed elaborarlo. Parliamo di ragazzi e ragazze che, per la maggior parte, ancora non hanno avuto alcun tipo di esperienza in termini di sessualità, nemmeno quella di un bacio, e contestualmente fruiscono, o hanno la possibilità di fruire, di contenuti molto espliciti, che non si integrano nella loro esperienza quotidiana.

Accostamento tra esperienza affettiva e sessuale e violenza

Proprio a causa di quanto detto sopra, le fantasie e le aspettative che gli adolescenti costruiscono sulle loro future esperienze sessuali ha strettamente a che fare con i contenuti pornografici che vedono. Il mondo della pornografia accosta frequentemente immagini sessuali a comportamenti aggressivi, in cui il rapporto sessuale è coatto, non desiderato, ma porta comunque al godimento delle parti. Questa mistificazione palese della realtà dell’incontro fisico tra due persone è parte integrante del mondo della pornografia e così largamente diffuso da diventarne un topos. I giovanissimi, e il clinico in classe lo rileva facilmente con l’attività di brainstorming, nutrono in fantasia gli stessi accostamenti, pericolosi, perché ciò che il mondo porno veicola come momento ludico dell’incontro sessuale è in realtà un reato, tra i più abbietti, punito dalla legge, quello di violenza sessuale. Tra le insidie, quella di annullare completamente il tema della reciprocità, del rispetto e ovviamente del CONSENSO, elemento imprescindibile nella sessualità e nell’affettività, senza il quale violiamo la libertà altrui, o qualcuno può sentirsi in diritto di violare la nostra.

Il denaro e la mercificazione

Molto presente nelle discussioni in classe coi ragazzi il tema del denaro quale minimo comune denominatore di qualsiasi altro tema ed elemento regolatore della moralità delle azioni. Il denaro pare un costrutto già molto tangibile a questa età, e nelle parole dei ragazzi un lasciapassare universale che consente di fare qualsiasi cosa. Un po’ come nei secoli passati le indulgenze, nel vissuto dei ragazzi con il denaro si possono superare tabù, infrangere regole scritte e pure non scritte, bypassare codici morali e norme familiari e sociali. In classe il tema del denaro è stato sempre accostato, in fase di brainstorming, a quello del sesso. Questo non sembra di per sé una grande novità, se non fosse che i ragazzi si muovono fin dalla nascita in un mondo dai confini fluidi e potenzialmente illimitati, anche in campo sessuale ed affettivo, e il denaro alimenta questa sensazione di libertà onnipotente, di consumismo sfrenato, anche delle relazioni, che a 13 anni seduce enormemente, senza, però, aver strumenti per poterla capire e padroneggiare.

Disconnessione tra affettività e sessualità

Una delle sfide maggiori nella conduzione in classe è stata quella di tenere insieme affettività e sessualità, spesso vissuti come elementi dicotomici e complementari dai ragazzi. Se da un lato l’esperienza affettiva viene percepita come qualcosa che possa essere completamente svincolata dal contatto fisico e dall’esperienza sessuale, è vero anche il contrario: che l’esperienza sessuale è quasi sempre esperita come qualcosa che non preveda un investimento affettivo, una qualsivoglia relazione emotiva tra le parti. Se nella dimensione affettiva adulta questi elementi sono naturali, stupisce invece che molti adolescenti scorporino completamente, quasi negandola, una parte imprescindibile di contatto con l’altro, quella delle emozioni, delle ansie, dell’empatia, quasi annullando la reciprocità, che è intrinseca invece in ogni esperienza di relazione. È come se prevalesse la fantasia edonistica in cui la sola importanza ce l’ha l’esperienza soggettiva, narcisisticamente intesa, mentre l’altro è meno significativo, quanto meno nelle parole e nelle fantasie che moltissimi ragazzi riportano al conduttore e condividono coi compagni.

Tra gli obiettivi perseguiti dal progetto, oltre ad un corretto passaggio di informazioni in materia di educazione sessuale, c’è stato il continuo tentativo di connettere emotività, affettività, empatia, al tema della sessualità, del corpo e delle pulsioni agite, affinché i ragazzi non dimentichino mai che ogni incontro di corpi è, prima di tutto e soprattutto, un incontro di persone, di cuori che, anche solo per attimi fugaci, hanno bisogno di battere all’unisono.

Sara Vengust, psicologa