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CASA DI OSPITALITA’ NOTTURNA
VIA SACCHI 47 TORINO
Questo servizio era gestito per conto della Città di Torino: fino al 2020 è stato gestito in collaborazione con una ATI con le Cooperative Animazione Valdocco e Stranidea (Lotto1).
Ad ottobre 2020, la Casa di Ospitalità ha purtroppo chiuso definitivamente e non esiste più, in quanto è stata trasformata in un altro Servizio il cosiddetto SAU, Servizio di Accesso Unificato.
LA STORIA: Leggi di più..
1. STORIA DELLA CASA DI OSPITALITA’ NOTTURNA Via Sacchi 47:
La casa di ospitalità notturna, è nata nel 1999, con la specificità di accogliere persone con problemi di uso, abuso e dipendenza da sostanze, negli anni poi si è caratterizzata come luogo di “prima accoglienza, un “pronto soccorso sociale” per coloro che non conoscono i servizi della Città (non residenti, stranieri) o per chi si è assentato per un periodo medio-lungo (2 anni). Particolare attenzione si è continuata ad avere ai non residenti per poterli rinviare presso i servizi competenti, attraverso l’accompagnamento dell’ETH. In più, la casa si era caratterizzata per avere un’attenzione particolare a coloro che versano in situazione di grave marginalità riservando alcuni posti ai destinatari del progetto LIMEN. Il Progetto LIMEN è coordinato dal Servizio Adulti in Difficoltà e vede la partecipazione dell’ASL TO1 (Salute Mentale, Tossicodipendenze e Guardia Medica) e di alcune cooperative sociali operanti nei servizi per persone senza dimora. Si rivolge a quella quota di popolazione con problemi sanitari in grave stato di marginalità che:
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non è conosciuta dai servizi sanitari e/o sociali della Città (in quanto non è capace, non può e /o non vuole accedervi autonomamente);
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non è residente, è lontana dalle proprie reti di supporto familiari ed istituzionali salvo poi trovarsi in città, senza risorse e punti di riferimento, in un contesto spesso profondamente diverso dalla propria realtà di provenienza;
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pur conosciuta dai servizi sociali e sanitari, non riesce ad utilizzare l’offerta di prestazioni e/o non riesce a sperimentarsi in percorsi continuativi di sviluppo di abilità sociali e di reinclusione sociale.