SAN VITO
REINSERIMENTO
E’ una struttura residenziale socio sanitaria accreditata di assistenza alle persone con problemi di dipendenza patologica
(accreditamento istituzionale DGR 96-13036 DEL 30.12.2009- Regione Piemonte)
La Cooperativa Sociale Terra Mia gestisce comunità terapeutiche residenziali per la cura e il reinserimento sociale di persone dipendenti da sostanze psicoattive, legali o illegali, e/o da comportamenti additivi con o senza sostanze, con il fine di allontanare la persona dalla dipendenza, qualsiasi essa sia, e di ricercare la sua collocazione sociale.
Tale obiettivo è possibile solo motivando e guidando il percorso di ricerca delle proprie risorse interne e fornendo gli strumenti esterni terapeutico/educativi adeguati.
Le comunità terapeutiche operano in rete tra loro per garantire un servizio completo e soddisfacente in grado rispondere ai bisogni complessi dell’utenza.
La Comunità di Reinserimento di Strada San Vito Revigliasco, a Torino, nasce come struttura protetta di reinserimento rivolta a persone in difficoltà che aspirano al recupero o alla costruzione di una propria identità personale e sociale.
Spesso si tratta di pazienti stabilizzati, o in corso di stabilizzazione, con l’obiettivo di gestire e valorizzare le autonomie esistenti e che necessitano di permanenze di medio – lungo periodo per riprendere in mano l’organizzazione della propria vita.
L’obiettivo fondamentale della comunità di reinserimento consiste nel prevenire e/o ridurre i rischi di marginalità sociale e nel raggiungimento dell’autonomia personale (si intenda il livello di autonomia possibile per ciascun ospite, che può variare in relazione alle proprie abilità personali residue).
La caratteristica del progetto risiede nella possibilità di plasmare il piano terapeutico in base alle caratteristiche e necessità dell’utenza.
OBIETTIVI
IL REINSERIMENTO LAVORATIVO
Ovvero l’accompagnamento educativo e professionalizzante al mondo del lavoro e la gestione del proprio denaro.
Il reinserimento lavorativo ha l’obiettivo di offrire un accompagnamento sia educativo che professionalizzante per evitare che l’immissione sul mercato del lavoro comporti difficoltà e disagi tali da non poter essere adeguatamente elaborati. Un numero sempre maggiore di ospiti necessita, di una forte sensibilizzazione sul valore del lavoro, del denaro e, quindi, del rapporto equilibrato del vivere con essi.
LA RISOCIALIZZAZIONE
Ovvero un lavoro sul vissuto individuale che coinvolge aspetti connessi con la sfera affettiva e relazionale. La vera emancipazione.
A tal proposito, ove è possibile e utile, si sostiene l’ospite nel suo percorso di ricostruzione o ridefinizione dei rapporti esterni (familiari, di coppia, amicizie positive “vecchie” e soprattutto nuove, ripresa di attività sportive e/o culturali-ricreative ), permettendogli di raggiungere una vera emancipazione, non soltanto sul piano economico ed abitativo.
In tale fase è fondamentale che la persona si relazioni con persone estranee al mondo della droga, al fine di “alleggerire” l’utente del peso stigmatizzante del passato ed innescare una spinta positiva verso un futuro nuovo.
LA RICERCA DELLA CASA, LA FASE FINALE
L’équipe, ove possibile, accompagna l’ospite al raggiungimento di un’autonomia abitativa, secondo tempi e modalità valutate e concordate insieme.
Si esplorano le opportunità possibili, dall’abitazione in edilizia convenzionata al mercato immobiliare privato.
L’operatore affianca gli ospiti nel disbrigo di pratiche amministrativo- burocratiche, nella preparazione dell’alloggio (contratto di ingresso, tinteggiatura, ricerca mobilio…) e, successivamente, nella gestione dell’abitazione (sgancio graduale dalla struttura, monitoraggio scadenze pagamenti, buon vicinato, ecc.).
LA DIFFICILE GESTIONE DELLE RICADUTE
La tossicomania è oggi considerata come malattia cronica, ad andamento recidivante. In questa definizione si ritrovano e si armonizzano teorie neurobiologiche, psicologiche, sociali volte a spiegare un fenomeno patologico più che una condotta “viziosa”. Questa malattia diventa uno stile di vita caratterizzato da una disregolazione affettiva e da una particolare vulnerabilità alla disforia. Il supporto agli utenti è indispensabile anche nel caso di ricadute. Tali episodi, che rappresentano momenti drammatici di perdita dell’autostima e sensi di colpa, sono gestiti da parte di operatori preparati, che guidano l’ospite verso una rielaborazione dell’evento e a una nuova definizione degli obiettivi.
Il Progetto Educativo Individuale, redatto dall’équipe della struttura, indica in modo dettagliato il livello di raggiungimento dei propri obiettivi, fissando i nuovi obiettivi per il successivo periodo.
A CHI SI RIVOLGE
La Comunità di Reinserimento San Vito è pensata, in prima battuta, per coloro che hanno concluso con successo un percorso terapeutico ed hanno ancora bisogno di un supporto ed una protezione per conseguire una riabilitazione sociale.
Si accolgono, però, anche coloro che:
– hanno compiuto un percorso comunitario ed al termine sono ricaduti;
– hanno già sperimentato diversi percorsi di comunità e plurime ricadute;
– sono in misura alternativa (affidamento in prova).
In alcuni casi sarebbe preferibile, prima di intraprendere il progetto di reinserimento, fare un percorso di 2 o 3 mesi in una struttura maggiormente tutelante (centro crisi, percorso breve di comunità, ecc).
La comunità ha una capienza massima di 14 ospiti.
ACCOGLIENZA
Il progetto comporta una fase iniziale di reciproca conoscenza e di costruzione della fiducia.
Questa fase prevede:
• un’indagine psicologica e anamnestica;
• una ricostruzione della rete familiare e sociale;
• una prima discussione d’équipe per aiutare l’utente ad attribuire un senso alla sua presenza in comunità e a collocarla rispetto alla storia ed alle esperienze precedenti;
• una valutazione multidimensionale dell’utente.
I dati dell’osservazione e del colloquio, raccolti e codificati tramite scheda, servono come “materiale base” per la formulazione del Progetto Personale (PP).
La durata dell’accoglienza (indicativamente un mese) è condizionata dal raggiungimento dei seguenti sotto obiettivi:
• la definizione di un quadro sufficientemente completo;
• l’aggancio emotivo dell’utente;
• la stesura del Progetto Personalizzato;
• la stesura del primo Progetto Educativo Individualizzato (PEI), condiviso con l’Utente.